Asta memorabile alla Dorotheum di Vienna
A Breve a Vienna, 8 e 9 giugno 2021, si terrà presso la Dorotheum un’asta ricca di oltre 300 lotti, tra i quali una quindicina di autori del Seicento napoletano, che descrivo in questo nostro articolo per la gioia di studiosi ed appassionati. Prima di passare ai tanti capolavori di artisti famosi dedicheremo la nostra attenzione a smascherare un madornale errore attributivo da parte dei due massimi pontefici della pittura napoletana, i quali hanno entrambi assegnato ad Aniello Falcone un dipinto raffigurante Cavalieri in armatura a cavallo (fig. 1), già transitato presso Semenzato nel 2003 come opera di Andrea De Lione. Il quadro viceversa è stato eseguito da Carlo Coppola, il quale è riconoscibile facilmente osservando le terga e la coda dei suoi cavalli, presenti non solo nelle battaglie, ma anche nelle scene di martirio. Le prime sono sempre imponenti, poderose e di evidenza scultorea, mentre la coda è costantemente vaporosa e ricchissima di crini, che arrivano fino a terra.
Dopo aver chiarito questo equivoco cominciamo con i tanti capolavori in vendita a partire da due Ribera, già noti alla critica, un San Francesco di Paola (fig. 2), di cui esistono più versioni autografe
ed un Ecce Homo (fig. 3) dal volto triste che sembra voler parlare all’osservatore.
Per rimanere in ambito religioso proponiamo ora un Sermone di San Giovanni Battista(fig. 4), di Salvator Rosa, presente nella fototeca di Federico Zeri e pubblicato nella celebre monografia di Caterina Volpi
ed un Apostolo(fig. 5) di Mattia Preti, che fu esposto come autografo nel 2019 a Roma a Palazzo Barberini nella mostra: Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti.
Dal buio delle tenebre passiamo alla luce sfolgorante della tavolozza di Luca Giordano, il quale nel suo Ratto di Proserpina(fig. 6) ci regala un diluvio cromatico che porta allegria, anche se invita alla meditazione. L’autografia del quadro non lascia dubbi perché è stata confermata da Scavizzi, il mitico studioso autore, con Oreste Ferrari, di una monografia sul pittore in 2 volumi, ristampata infinite volte.
Il più napoletano dei napoletani è senza dubbio San Gennaro, celebre in tutto il mondo per il suo prodigio e Francesco Solimena ce lo raffigura(fig. 7) nel momento più eclatante dello scioglimento con un angelo che gli porge l’ampolla con il suo sangue.
Cesare Fracanzano è l’autore, a nostro parere in collaborazione col fratello Francesco, di un San Pietro (fig. 8), impegnato a pregare con gli occhi rivolti al cielo.
Un autore a me particolarmente caro è Pacecco De Rosa, presente in asta con una Santa Caterina (fig. 9), dall’epidermide levigata, che ho pubblicata in una delle ristampe della mia monografia sul pittore. Lo
sguardo è malizioso, il seno debordante, mentre il cielo affollato di nuvole fa presagire una tempesta.
Tra i minori particolarmente interessante è un quadro, raffigurante la vittoria degli Ebrei sulle fiamme(fig. 10) del Maestro di Fontanarosa, di cui ora, grazie alla recente scoperta di documenti di pagamento ed agli studi di Giuseppe Prozio e Viviana Farina, conosciamo nome e cognome: Giuseppe di Guido.
Sono presenti poi due interessanti dipinti (fig. 11 – 12) di Francois de Nome, più conosciuto come Monsù Desiderio, offerti ad un prezzo veramente allettante e dalla autografia certa, perché pubblicati nella monografia di Maria Rosaria Nappi.
fig. 12 – Francois de Nome – Benedizione di un santo davanti alla cattedrale
Un dipinto che ci permette di osservare due splendidi nudi: una donna corposa ed un maschio poco dotato(fig. 13) appartiene al catalogo del Cavalier d’Arpino ed è databile intorno al 1630.
Facciamo ora una breve incursione nel Settecento per consigliare ai lettori di prendere in considerazione l’acquisto di una spettacolare Natura morta di vegetali e fiori (fig. 14) di Francesco Della Questa, offerta ad un prezzo stracciato. L’autore ha collaborato con Luca Giordano sul finire del Seicento nell’allestimento dei giganteschi dipinti che sfilavano nelle vie della città in occasione della festa del Corpus Domini ed ha proseguito poi la sua attività fino al 1723.
E concludiamo in bellezza con la Giuditta ed Oloferne (fig. 15) assegnata ad Artemisia Gentileschi e di autografia border line, che parte da una base d’asta di 300.000 – 400.000 euro. La pittrice nelle ultime aste ha sempre raggiunto aggiudicazioni da record e siamo certi che avverrà così anche questa volta.
Achille della Ragione