A Napoli in arrivo “La presa di Cristo” del Caravaggio
Arriva il prossimo 1 marzo a Napoli presso Palazzo Ricca, sede della prestigiosa collezione del banco di Napoli, La presa di Cristo, dipinto del 1602 eseguito da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, nei mesi scorsi in esposizione ad Ariccia, presso Palazzo Chigi.
Il dipinto, che segue cronologicamente i lavori della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi e della cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo, fu commissionato al Caravaggio nell’ambito del suo soggiorno romano, da Ciriaco Mattei mentre la composizione sarebbe stata suggerita dal cardinale Girolamo Mattei, fratello del committente. Abbiamo qui una composizione che si sviluppa in orizzontale, caratterizzata da giochi di luci ed ombre che lasciano intuire un prevalere di queste ultime sulla luce. Il momento raffigurato è infatti quello in cui Giuda sta per baciare Cristo, indicando in tal modo ai due soldati dietro di lui chi deve essere arrestato, sottolineando il momento che da inizio a tutto il racconto della passione di Cristo: il tradimento per mezzo del bacio. Alle spalle di cristo, una figura identificata come l’apostolo Giovanni presenta un urlo bloccato in volto che da all’azione un tocco di drammaticità autentica, lasciando presagire gli avvenimenti che seguiranno all’arresto di Cristo.
Dietro ai due soldati, le cui armature sono raffigurate dal Caravaggio quasi come fossero reali, evidenziandone i dettagli attraverso il sapiente utilizzo dei guizzi di luce che mostrano la lucentezza delle stesse, compare una figura maschile identificata da Maurizio Marini come un ennesimo autoritratto del Caravaggio, la quale regge in mano una torcia. Questo aspetto è interpretato come una ricerca della fede e della redenzione da parte del pittore stesso.
L’iconografia dell’arresto di Cristo solitamente presenta anche la classica ambientazione dell’orto degli ulivi. Qui il Getsemani non è raffigurato, Caravaggio sceglie di concentrare l’attenzione solo sulle figure e sui loro gesti, rendendo l’azione ancora più drammatica e concitata. Il messaggio che si cela dietro questa “scelta di regia” è che ognuno di noi ha il proprio Getsemani personale, in cui è avvenuto un qualsiasi tradimento, identificabile in qualsiasi ambientazione.
Con l’arrivo a Palazzo Ricca della Presa di Cristo del Caravaggio, Napoli si rende protagonista ancora una volta di una straordinaria “reunion familiare”: quella dei capolavori del Caravaggio, cominciata con il ritorno in patria dal Louvre di Parigi della Flagellazione di Capodimonte, in esposizione dal prossimo 28 febbraio a Pasqua nel museo diocesano di Napoli. Ancora una volta, si riaccende dunque in città l’attenzione sul grande rivoluzionario dell’arte italiana morto sulla spiaggia di Porto Ercole nel 1610. A partire da tale data, la pittura e l’arte italiana non saranno più le stesse