Caravaggio a Siracusa: il Seppellimento di Santa Lucia
di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno
La pittura di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, dal nome del paese in provincia di Bergamo che gli diede i natali il giorno 29 settembre 1571, è una pittura scandalosa, come del resto lo era la sua vita, ma allo stesso tempo geniale e rivoluzionaria, la cui maestria e la sua grandezza verrà riconosciuta solo a partire dal Novecento. Per questo motivo, Gilles Lambert definisce il Caravaggio “un genio al di là del suo tempo” (Gilles Lambert, Caravaggio, un genio al di là del suo tempo, TASCHEN, 2010).
Gli antefatti: La fine del periodo maltese
Prima di affrontare il tema qui proposto, occorre dire che il periodo siciliano del maestro segue il periodo di permanenza del Caravaggio sull’isola di Malta. Un periodo durato pochissimo, per dirla con le parole di Bernard Berenson “iniziato brillantemente e così tempestosamente finito” in cui il Caravaggio ebbe a dipingere molti quadri di cui tre sono ancora sul posto. Tra di esse è meritevole di menzione la celeberrima Decollazione del Battista, commissionatagli dalla Compagnia della Misericordia nel 1608, anno in cui il Caravaggio doveva già essere stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Malta come si evince dalla firma del maestro “F. Michelangelo” che compare al di sotto del sangue che sgorga dal collo di San Giovanni Battista. L’onorificenza non placò il suo irascibile carattere e di li a poco anche a Malta, la vera natura del Caravaggio prese il sopravvento sul grande artista. Egli non era nuovo a situazioni litigiose grazie al suo irruento carattere e come il periodo romano finito con l’omicidio di Ranuccio Tomassoni, suo compagno di gioco nella pallacorda “reo” di aver imbrogliato sul punteggio finale della partita, in data 28 maggio 1606, finì quasi alla stessa maniera il periodo di permanenza del Caravaggio nell’isola di Malta. Nell’ottobre del 1608 Caravaggio riesce ad evadere dalla prigione in cui era stato rinchiuso la sera del 19 agosto dello stesso anno a causa di una rissa in cui era stato ferito il Cavaliere di Malta Giovanni Rodomonte Ruero e a lasciare l’isola di Malta, cosa che secondo gli statuti dell’ordine dei Cavalieri di Malta costituiva alto tradimento e per questo motivo, Caravaggio subì l’espulsione dall’isola di Malta per atti contro la morale e per essere membro non gradito dell’ordine (Gilles Lambert. Caravaggio, un genio al di là del suo tempo, TASCHEN, 2010).
L’arrivo in Sicilia: il soggiorno siracusano
A seguito dei drammatici fatti di Malta, Caravaggio giunge a Siracusa e ritrova il suo vecchio amico Mario Minniti, pittore anch’egli e modello del Caravaggio comparso in molti dipinti tra cui il Fanciullo con canestro di frutta (1594) della Galleria Borghese di Roma, conosciuto durante gli anni romani, originario di Siracusa. Fu proprio il Minniti a fare da tramite con il Senato siracusano per la stipula di importanti commissioni al Caravaggio. Tra di esse vi fu il Seppellimento di Santa Lucia, dipinto realizzato tra l’ottobre e il novembre del 1608, che doveva costituire la pala d’altare della chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, per la quale fu commissionato e dove ancora tutt’oggi dopo vari spostamenti, può essere tutt’oggi ammirato. Ecco come Giovan Pietro Bellori, uno dei primi biografi del Caravaggio, presenta questo dipinto “Pervenuto in Siracusa, fece il quadro per la Chiesa di Santa Lucia, che stà fuori alla Marina; dipinse la Santa morta col Vescovo che la benedice e vi sono due che scavano la terra con la pala per seppellirla” (Giovan Pietro Bellori, Le vite de’ pictori,scultori et architetti moderni, Roma, 1672).
Analizzando l’opera tenendo presente le osservazioni di Maurizio Marini (Maurizio Marini, Caravaggio pictor praestantissimus, Roma, Newton Compton,ed. 2005), l’intera composizione è ambientata all’interno delle latomie, ossia cave di pietra o di marmo usate per incarcerare schiavi, prigionieri di guerra o delinquenti in genere. Secondo altri studiosi, potrebbe trattarsi, come l’architettura sullo sfondo giustamente può suggerire, un ambiente molto più simile alle catacombe sottostanti la stessa chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, la quale secondo la tradizione sarebbe il luogo di sepoltura di Santa Lucia.
Il dipinto qui preso in esame è una rielaborazione della classica iconografia del martirio basata sulla glorificazione della Santa come avviene nel Martirio di Santa Lucia del suo amico Mario Minniti, oggi nel museo di Palazzo Bellomo a Siracusa.
Caravaggio sceglie di raccontare il momento successivo del martirio di Santa Lucia, ovvero il seppellimento, concependo la scena come la descrizione di un vero e proprio funerale in cui i veri protagonisti sono i becchini, i quali secondo Lionello Venturi hanno il compito di concentrare lo sguardo dell’osservatore sul corpo della santa. Un vescovo, sotto lo sguardo commosso e sofferente della folla si appresta a darle l’ultima benedizione prima del rito della sepoltura. Tale figura potrebbe rimandare al probabile committente dell’opera, il vescovo palermitano Giuseppe Saladino in carica dal 1605 al 1611. La santa Lucia, vera protagonista del dipinto è distesa e presenta una ferita d’arma da taglio sul corpo, elemento aggiunto solo in seguito in quanto in un primo momento la testa doveva apparire staccata. Come nella decollazione del Battista di Malta, anche qui dunque appare il tema della decapitazione. Il motivo dell’apparizione di tale tema è da collegare al bando capitare che pendeva sul Caravaggio, alla sua continua fuga per sfuggirne e all’incubo di essere giustiziato. Questa paura scaturì in Caravaggio la predilezione a scopo “esorcistico” del tema della decapitazione che accomuna la Decollazione del Battista al Seppellimento di Santa Lucia. A sottolineare la drammaticità della scena vi è la luce che qui va ad accentuare gli aspetti reali dell’intera composizione.
Ancora una volta anche in questo caso il Caravaggio ci sorprende. Non la glorificazione della santità ma la celebrazione dei santi come esseri umani prima di tutto e allo stesso tempo le paure di un uomo tormentato, alle prese con la giustizia ma che ha regalato e continua a regalare emozioni ancora oggi in chi osserva i suoi grandi capolavori.