“Da Verona a Fondi: il Trittico dell’Annunciazione di Cristoforo Scacco” di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno

La storia dell’arte dell’Italia meridionale, presenta grandi nomi di artisti provenienti dal Nord, si pensi ad esempio a Cesare da Sesto, pittore di formazione leonardesca, o a Michelangelo Merisi da Caravaggio e al suo conterraneo predecessore Polidoro Caldara o ancora a Guido Reni, i quali con la loro presenza nei territori del sud Italia hanno influenzato la pittura del meridione attraverso la diffusione di linguaggi artistici che hanno apportato importanti e significative innovazioni nell’arte italiana. A questa schiera di pittori venuti dal nord i quali hanno trovato nei territori del sud Italia un terreno artisticamente fertile, si aggiunge il nome di Cristoforo Scacco, attivo nel XV sec. Cristoforo Scacco era originario di Verona, ma la sua attività artistica si concentra nell’Italia meridionale ed in particolar modo nel basso Lazio. Tale dato è confermato dal documento scritto da Mons. Camparini “Visitatio Eclesiae castri Monticelli” del 1599 che lo dichiara “olim civi dictae terrae Monticelli”, antico nome di Monte San Biagio, piccolo paese in provincia di Latina in cui il pittore soggiornò, nella cui chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista è presente lo splendido trittico dello Sposalizio mistico di Santa Caterina tra i Ss. Giovanni Battista ed Evangelista, eseguito dallo Scacco verso la fine del XV sec. periodo in cui il pittore veronese era attivo nel basso Lazio.

 

Cristoforo Scacco da Verona, Sposalizio mistico di Santa Caterina tra i Ss. Giovanni Battista ed Evangelista, tempera e oro su tavola, XV sec., Monte San Biagio (Latina), chiesa di San Giovanni Battista

Cristoforo Scacco da Verona, Sposalizio mistico di Santa Caterina tra i Ss. Giovanni Battista ed Evangelista, tempera e oro su tavola, XV sec., Monte San Biagio (Latina), chiesa di San Giovanni Battista

 

La formazione di Cristoforo Scacco è sicuramente avvenuta a Verona sua città natale e ad essa deve aver contribuito fortemente la pittura di Andrea Mantegna (1431-1506) e in particolar modo la Pala di San Zeno, opera eseguita dal maestro tra il 1457 e il 1460, per la basilica di San Zeno a Verona, considerata la prima pala d’altare rinascimentale eseguita in Italia, in cui viene eliminato il fondo dorato e in sostituzione di esso viene costruito uno spazio architettonico in cui Mantegna inserisce le figure.

 

Andrea Mantegna, Pala di San Zeno, tempera su tavola, 1457-1460, Verona, basilica di San Zeno

Andrea Mantegna, Pala di San Zeno, tempera su tavola, 1457-1460, Verona, basilica di San Zeno

 

Scacco apprende e fa propria la lezione del Mantegna (Vittorio Sgarbi, Gli anni delle meraviglie, da Piero della Francesca a Pontormo, il tesoro d’Italia II, Milano, Bompiani, 2014) facendola divenire la colonna portante della sua pittura e abbinandola all’utilizzo del fondo dorato, frutto dell’influenza di Antoniazzo Romano sul pittore. Questa fusione di stili da origine al Trittico dell’Annunciazione, opera databile al 1499., eseguita da Cristoforo Scacco su commissione della famiglia Caetani per la chiesa di San Pietro Apostolo a Fondi, altra importante cittadina in provincia di Latina.

 

Cristoforo Scacco da Verona, Trittico dell’Annunciazione (Annunciazione tra i Ss. benedettini Onorato e Mauro), tempera e oro su tavola, 1499. Fondi, chiesa di San Pietro Apostolo, Mausoleo Cajetani

Cristoforo Scacco da Verona, Trittico dell’Annunciazione (Annunciazione tra i Ss. benedettini Onorato e Mauro), tempera e oro su tavola, 1499. Fondi, chiesa di San Pietro Apostolo, Mausoleo Caetani

 

Antoniazzo Romano, Madonna col Bambino e i Ss. Pietro e Paolo, tempera e oro su tavola, XV sec., Fondi, chiesa di San Pietro Apostolo, Mausoleo Caetani

Antoniazzo Romano, Madonna col Bambino e i Ss. Pietro e Paolo, tempera e oro su tavola, XV sec., Fondi, chiesa di San Pietro Apostolo, Mausoleo Caetani

 

Come è possibile notare, nel pannello centrale del Trittico dell’Annunciazione, l’angelo Gabriele ha appena annunciato alla Vergine che ella sarà la Madre di Dio e le indica con la mano destra Dio Padre, il quale non è visibile agli occhi dell’osservatore ma ne si intuisce la presenza a causa della colomba dello Spirito Santo che invade la scena scendendo dall’alto finendo all’interno di una ideale costruzione architettonica che lo Scacco costruisce in pittura seguendo l’esempio del Mantegna partendo dalle colonnine di ripartizione e realizzando in pittura, attraverso la tecnica del trompe l’oeil (antichissima tecnica pittorica attraverso cui viene rappresentata una scultura o un’architettura con un tale realismo a tal punto che sembra reale agli occhi dell’osservatore), una costruzione architettonica all’interno della quale avviene l’episodio evangelico dell’Annunciazione e che in basso lascia intravedere all’osservatore un panorama della città di Fondi così come si presentava nel Quattrocento.

Sia la figura dell’Angelo che la figura della Vergine hanno un manto dorato e questo è un aspetto che fa eco al fondo dorato che nella storia dell’arte medioevale e di gran parte del Quattrocento viene interpretato come lo spazio di Dio. Viene dunque messa in evidenza da Cristoforo Scacco la divinità della Vergine e la solennità dell’episodio evangelico narrato.

Ai lati dell’Annunciazione i due santi benedettini, ossia Sant’Onorato e San Mauro, vengono raffigurati come due volumi al di sopra di due piedistalli che presentano anch’essi delle decorazioni architettoniche. San Mauro, successore di San Benedetto da Norcia come abate del monastero di Subiaco, reca in mano un libro chiuso ed una penna, mentre Sant’Onorato è raffigurato con una miniatura tra le mani raffigurante il castello di Fondi, città della quale è patrono.

Nella predella del Trittico dell’Annunciazione, Cristoforo Scacco ci presenta un’Ultima Cena.

 

Cristoforo Scacco da Verona, Trittico dell’Annunciazione, part.

Cristoforo Scacco da Verona, Trittico dell’Annunciazione, part.

 

Cristo al centro è raffigurato benedicente con un’ostia in mano. Ha appena intimato a Giuda “va e fa quello che devi fare”. Difatti Giuda è raffigurato di spalle mentre si appresta ad uscire di scena. I dodici apostoli sono divisi in tre gruppi, in una disposizione che richiama vagamente la stessa in cui verranno raffigurati da Leonardo da Vinci tra il 1495 e il 1498 nell’Ultima Cena del refettorio milanese di Santa Maria delle Grazie. Se il Trittico dell’Annunciazione di Fondi è dunque databile al 1499, è dunque probabile che anche l’affresco milanese leonardiano abbia influito sulla formazione dello Scacco, aspetto reso ben evidente dalla disposizione degli apostoli nell’Ultima Cena della predella del trittico fondano.

 

Leonardo da Vinci, Ultima Cena, affresco, 1495-1498, Milano, refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie

Leonardo da Vinci, Ultima Cena, affresco, 1495-1498, Milano, refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie

 

Conclusioni

Osservando il Trittico dell’Annunciazione di Fondi qui preso in esame, si può dire che Cristoforo Scacco è un pittore che ha saputo coniugare forme artistiche tipiche dell’arte medioevale come il fondo dorato, con le importanti innovazioni apportate in pittura dai grandi maestri del rinascimento italiano.

 

 

Marco Tedesco

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