“Giovanni Bernardino Azzolino a Lagonegro” di Marco Tedesco, Storico dell’Arte
la Seicentesca “Madonna col Bambino e le Ss. Caterina d’Alessandria e Lucia” della Chiesa Lagonegrese di San Nicola al Castello”
La storia dell’arte del Seicento, è stata caratterizzata da importanti innovazioni nel mondo della pittura italiana meridionale. Si pensi ad esempio all’entrata in scena nella pittura napoletana delle innovazioni apportate dal rivoluzionario Michelangelo Merisi da Caravaggio, la cui pittura venne considerata scandalosa ma allo stesso tempo geniale allo stesso tempo, in quanto in Caravaggio uomini e santi erano la stessa cosa. Queste innovazioni influenzarono notevolmente l’arte e la pittura per tutto il Seicento lasciandone echi in tutto il meridione d’Italia. In Basilicata, contestualmente, vi si trovavano in quegli anni opere d’arte provenienti dagli ambienti napoletani, tra cui la Madonna col Bambino e le Ss. Caterina e Lucia, conservata a Lagonegro (Potenza) nella chiesa di San Nicola al Castello, attribuita da Anna Grelle a Giovanni Bernardino Azzolino, detto il siciliano in quanto originario di Cefalù, città in cui nacque nel 1572, ma attivo a Napoli, città in cui morì nel 1645 e nella quale Azzolino operò a partire dal 1589 e dove ancora oggi sono conservate molte sue opere.
Il dipinto attribuito a Giovanni Bernardino Azzolino qui preso in esame, mostra una impostazione classica della composizione che qui si sviluppa su due registri. Nel registro superiore abbiamo una raffigurazione tipica dell’iconografia della Madonna col Bambino, cosi come essa ci viene presentata a partire dal XVI secolo in poi, in cui la Madonna non siede più su un trono ma è posta al di sopra di una nuvola nell’atto di reggere tra le mani un irrequieto Bambino Gesù il quale da al dipinto una impronta dinamica tipica della pittura barocca attraverso il suo gesto benedicente. Questa gestualità del Bambino Gesù la si ritrova in maniera leggermente più composta anche in un altro dipinto attribuito a Giovanni Bernardino Azzolino raffigurante un San Cristoforo col Bambino, conosciuto attraverso una copia conservata nella pinacoteca Coppola di Gallipoli, in provincia di Lecce.
Nel registro inferiore, le Sante martiri Caterina d’Alessandra e Lucia hanno il loro sguardo rivolto verso la Vergine e il Bambino e sono riconoscibili attraverso la palma, simbolo del martirio ed alcuni loro attributi simbolici: la ruota dentata per Santa Caterina, al cui supplizio la Santa venne condannata dall’imperatore Massenzio (per alcuni invece trattasi dell’imperatore Massimino Daia, successore di Diocleziano) per aver rifiutato di sacrificare agli dei e il piatto con i due occhi per Santa Lucia.
Alle spalle delle due Sante martiri, si intravede una veduta di paesaggio di campagna in cui sta avvenendo qualcosa: due figure in abiti da lavoro rappresentate in scala ridotta rispetto alle due Sante martiri e alla Vergine sembra stiano attendendo, come ogni giorno della loro vita, al duro lavoro nei campi. Questo aspetto ci riporta indietro nel tempo ad un grande nome della pittura italiana del ‘Quattrocento, ossia il veneto Giovanni Bellini, il quale nella sua Trasfigurazione di Cristo del museo di Capodimonte di Napoli datata al 1478-1479, ci presenta un contadino che si accinge a terminare la sua giornata di lavoro nei campi, per poi far ritorno alla sua povera abitazione.
Nel dipinto di Giovanni Bernardino Azzolino Madonna col Bambino e le Ss Caterina d’Alessandria e Lucia, la luce che entra in scena dalla sinistra dell’osservatore evidenzia i colori sgargianti degli abiti dei personaggi, provocando un contrasto con l’atmosfera cupa che domina gran parte del dipinto. Questo contrasto luce/ombra, ci permette di assistere a suggestioni tipiche della pittura del Caravaggio, si veda ad esempio la Flagellazione di Cristo del museo di Capodimonte, con la quale Azzolino entrò in contatto negli anni di permanenza a Napoli.
L’intera composizione del dipinto lagonegrese qui preso in esame, riprende lo schema compositivo della divisione in due registri del dipinto Madonna col Bambino in gloria con San Benedetto, San Pietro, San Paolo e Sant’Agnese conservato nella chiesa di Santa Chiara a Trani, attribuito al napoletano Fabrizio Santafede, con il quale Giovanni Bernardino Azzolino era molto amico, il quale a sua volta ricalca uno schema compositivo già sperimentato da Raffaello Sanzio nella sua Madonna di Foligno della pinacoteca vaticana. Proprio dal citato dipinto di Raffaello, infatti, deriva la composizione a schema piramidale, il cui vertice è rappresentato dalla figura della Vergine sia nel caso della Madonna col Bambino e le Ss. Caterina d’Alessandria e Lucia di Giovanni Bernardino Azzolino e sia nel caso della citata Madonna col Bambino in gloria con San Benedetto, San Pietro, San Paolo e Sant’Agnese attribuita al Santafede.
Conclusioni
Questa Madonna col Bambino e le Ss. Caterina d’Alessandria e Lucia, attribuita a Giovanni Bernardino Azzolino della chiesa lagonegrese di San Nicola al Castello, si presenta dunque come un sunto dei più importanti momenti che la storia dell’arte italiana abbia attraversato a partire dal XVI sec.
Marco Tedesco