“Il primo soggiorno napoletano di Caravaggio: “Le sette opere di misericordia” e la “Flagellazione di Cristo” di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno

La pittura di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, dal nome del paese in provincia di Bergamo che gli diede i natali il giorno 29 settembre 1571, è una pittura scandalosa, come del resto lo era la sua vita, ma allo stesso tempo geniale e rivoluzionaria, la cui maestria e la sua grandezza verrà riconosciuta solo a partire dal Novecento. Per questo motivo, Gilles Lambert definisce il Caravaggio “un genio al di là del suo tempo” (Gilles Lambert, Caravaggio, un genio al di là del suo tempo, TASCHEN, 2010).

Nel 1606, Caravaggio fugge da Roma perchè condannato alla decapitazione per l’omicidio di un suo rivale nel gioco della pallacorda. Roma, dove Caravaggio era giunto all’età di diciotto anni (quando già veniva considerato un maestro) in seguito agli anni in cui era a bottega presso il pittore lombardo Simone Peterzano, era in quegli anni un importante centro culturale “in piena effervescenza. La cupola di San Pietro, il più grande edificio del mondo, è appena stata terminata, imponenti basiliche come Santa Maria Maggiore o San Giovanni in Laterano proclamano il trionfo della cristianità, si aprono nuove strade, come il Corso. Il porto di Ripetta, sul Tevere, è una porta sul mondo. Sisto V ha lanciato un appello a tutti gli artisti della penisola, architetti, pittori, scultori, incisori, orafi. Molti lombardi hanno risposto, tra i quali … il pittore Cristoforo Pomarancio e molti altri” (Gilles Lambert, Caravaggio, un genio al di là del suo tempo, TASCHEN, 2010, pp.25-26).

Giunto a Napoli ove si stabilì per la prima volta tra il 1606 e il 1607, Caravaggio eseguì in quegli anni importanti capolavori di cui oggi, attualmente in città ne esistono due, le Sette opere di Misericordia e la Flagellazione di Cristo.

Le sette opere di misericordia, dipinto ad olio su tela del 1607, è oggi visibile a Napoli, nella chiesa del Pio Monte della Misericordia. La commissione dell’opera venne fatta a Caravaggio dagli amministratori del Pio Monte della Misericordia, dietro un compenso di 470 ducati, per la chiesa della loro congregazione, della quale era membro anche uno dei protettori di Caravaggio, Luigi Carafa-Colonna, la cui famiglia ha da sempre garantito protezione al Merisi.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le sette opere di misericordia, olio su tela, 1607, Napoli, chiesa del Pio Monte della Misericordia

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le sette opere di misericordia, olio su tela, 1607, Napoli, chiesa del Pio Monte della Misericordia

 

Quando osserviamo questo dipinto di Caravaggio, ci si rende conto della concezione della realtà che ha caratterizzato lo stile del Merisi sin dalle sue prime opere. Aspetto che egli aveva appreso e compreso presso la bottega del suo maestro, il milanese Simone Peterzano, allievo a sua volta di Tiziano, dove Caravaggio si formò. E’ dunque il realismo lombardo, di cui Peterzano era uno degli esponenti, ad essere l’ingrediente fondamentale della pittura di Caravaggio, l’ingrediente che consente a chi osserva da vicino Le sette opere di misericordia di immaginare di trovarsi in un reale e caotico vicolo della Napoli del Seicento, allora sotto il dominio del vicerè spagnolo Juan Alonso Pimentel de Herrera, un vicolo sul quale si affaccia dall’alto di due angeli una Madonna con Bambino, che qui è rappresentata come una donna del popolo che si affaccia da un balcone ed assiste alla vita reale dei vicoli partenopei, in cui le sette opere di misericordia descritte nel Vangelo di Matteo coesistono tra di loro:

 

Seppellire i morti: Un diacono regge una fiaccola mentre viene trasportato il corpo di un cadavere;

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Seppellire i morti

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Seppellire i morti

 

Visitare i carcerati Dar da mangiare agli affamati: sono rappresentati da una giovane donna del popolo che allatta al seno un vecchio. In questo episodio, Caravaggio si sarebbe ispirato all’episodio di Cimone, politico ateniese che, secondo quanto riportato dallo storico romano Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium all’interno del racconto Caritas romana, fu condannato a morte per fame e venne nutrito al seno dalla figlia Pero. In seguito a questo episodio, i magistrati concessero a Cimone la grazia della libertà. Ecco dunque una mescolanza di elementi tra sacro e profano che caratterizza la genialità e l’essere rivoluzionario di Caravaggio;

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Visitare i carcerati e Dar da mangiare agli affamati

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Visitare i carcerati e Dar da mangiare agli affamati

 

Vestire gli ignudi Curare gli infermi: Caravaggio riporta qui l’episodio del dono del mantello al povero ad opera di San Martino di Tours, qui raffigurato come un giovane cavaliere che dona il suo mantello ad un uomo che ricorda molto le pose scultoree tipiche del Buonarroti.

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Vestire gli ignudi e Curare gli infermi

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Vestire gli ignudi e Curare gli infermi

 

 

Michelangelo Buonarroti, Giudizio Universale, 1536-1541, affresco, Part., Roma, Cappella Sistina

Michelangelo Buonarroti, Giudizio Universale, 1536-1541, affresco, Part., Roma, Cappella Sistina

 

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Lo storico Rodolfo Papa ha individuato inoltre nella figura del povero a cui viene donato il mantello, una ispirazione al retro del Galata ferito, copia romana in marmo da un gruppo pergameno in bronzo, risalente al I sec. a. C., oggi conservato al museo archeologico di Napoli, sicuramente ammirata dal Caravaggio durante il periodo trascorso a Roma, non a caso tale statua è proveniente da Roma, esattamente dalle Terme di Agrippa;

 

Galata ferito (verso) copia romana, I sec. a. C., Napoli, Museo archeologico nazionale

Galata ferito (verso) copia romana, I sec. a. C., Napoli, Museo archeologico nazionale

Galata ferito (recto), copia romana, I secolo a. C., Napoli, Museo archeologico nazionale

Galata ferito (recto), copia romana, I secolo a. C., Napoli, Museo archeologico nazionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ospitare i pellegrini: questo atto di carità è qui raffigurato da due uomini in piedi; uno indica una probabile porta aperta verso l’osservatore mentre l’altro reca sul cappello una conchiglia, simbolo del cammino di Santiago de Compostela.

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Ospitare i Pellegrini

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le Sette opere di Misericordia, Part. Ospitare i Pellegrini                                                                                                              

Con Le Sette opere di Misericordia, Caravaggio, che al suo arrivo a Napoli venne accolto con segni di grandissima stima da’ Professori e da dilettanti”, aiutato dai Colonna i quali gli fecero ottenere contatti e referenze, continua a spingersi verso un’onda rivoluzionaria che invaderà la pittura di quegli anni e dei secoli successivi, giungendo allo sviluppo sia in italia che nel resto d’europa del movimento caravaggista, al quale si accostarono tra gli altri Battistello Caracciolo, il quale apportò i principi dell’arte caravaggesca nella tecnica dell’affresco, e Jusepe de Ribera, il quale si accostò al caravaggismo nei primi decenni del seicento. Onda rivoluzionaria il cui principale biglietto da visita divenne la Madonna del Rosario, la cui datazione risale secondo Lambert al 1606, mentre Papa la colloca a cavallo tra il 1606 e il 1607, commissionata al Caravaggio per la chiesa dei Domenicani, ossia San Domenico Maggiore.

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Madonna del Rosario, olio su tela, 1606/1607, Vienna, Kunsthistorisches Museum

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Madonna del Rosario, olio su tela, 1606/1607, Vienna, Kunsthistorisches Museum

 

Il dipinto venne considerato scandaloso al pari della Madonna dei Pellegrini di Sant’Agostino a Roma.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Madonna dei Pellegrini, olio su tela, 1604/1609, Roma, Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Madonna dei Pellegrini, olio su tela, 1604/1609, Roma, Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio

 

Come nel dipinto romano anche qui infatti in primo piano figurano piedi sporchi, ma i Domenicani, nonostante rifiutassero il dipinto, riconobbero le qualità del Merisi, tanto che la tela venne acquistata dal pittore di Bruges Finsonius, grazie al quale arriverà ad Anversa, città in cui un circolo di artisti in cui figurarono Rubens, Bruegel e Van Balen, pagherà tale tela 1800 fiorini per conto dei domenicani locali, ai quali sarà strappata da Giuseppe II d’Austria-Ungheria che nel 1781 ebbe modo di ammirarla e la portò con se.

Ma a San Domenico Maggiore, la presenza di Caravaggio non mancò ugualmente e nel 1607, dipinse per la chiesa domenicana partenopea, la bellissima Flagellazione di Cristo, oggi al Museo di Capodimonte, considerata da Roberto Longhi una delle più strazianti opere di Caravaggio, per la cui realizzazione il Merisi si ispirò, secondo Gilles Lambert, al ricordo del supplizio del Cavalletto, ossia un interrogatorio che avveniva legando il condannato ad un cavalletto e colpendolo a colpi di scudiscio, cui fu sottoposto il Merisi a Roma durante un interrogatorio per l’omicidio di un sergente ucciso con un colpo alla testa, fatto avvenuto prima del 29 maggio del 1606, data dell’omicidio Tomassoni, ucciso da Caravaggio per aver imbrogliato durante una partita di pallacorda.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Flagellazione di Cristo, olio su tela, 1607, Napoli, Museo di Capodimonte

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Flagellazione di Cristo, olio su tela, 1607, Napoli, Museo di Capodimonte

 

La composizione è ispirata all’omonimo soggetto eseguito da Sebastiano del Piombo nel 1524-1525 in San Pietro in Montorio, ispirazione resa evidente dalla postura della parte superiore del corpo di Cristo. Sebastiano del Piombo era uno dei più fedeli allievi di Michelangelo Buonarroti, artista molto ammirato dal Caravaggio

 

Sebastiano Del Piombo, Flagellazione di Cristo, olio su intonaco, 1524/1525, Roma, San Pietro in Montorio

Sebastiano Del Piombo, Flagellazione di Cristo, olio su intonaco, 1524/1525, Roma, San Pietro in Montorio

 

Caravaggio ha certamente avuto modo di vedere questo capolavoro di Sebastiano Del Piombo, e vi si ispira restando però sempre nei cardini principali della sua pittura. Elimina in parte le architetture e lascia intravedere la colonna a cui cristo viene legato, attraverso l’utilizzo di giochi di ombre e di luce e riducendo il numero dei carnefici da quattro a tre. Il corpo di Cristo, invaso dalla luce, indica secondo la studiosa Mina Gregori la potenza del Cristo che emerge dall’oscurità. Potenza espressa dal corpo di Cristo che qui appare muscoloso, di chiara ispirazione ai nudi di Michelangelo Buonarroti della Cappella Sistina.

 

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Michelangelo Buonarroti, Giudizio universale, part.

Michelangelo Buonarroti, Giudizio universale, affresco, 1535/1541, Città del Vaticano, Cappella Sistina

Michelangelo Buonarroti, Giudizio universale, affresco, 1535/1541, Città del Vaticano, Cappella Sistina

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Flagellazione di Cristo, part.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Flagellazione di Cristo, part.

 

Grazie alla pittura di Caravaggio, si assiste ad un significativo cambio di rotta della pittura italiana di ambito religioso. La sacralità si mescola con il profano. Con Caravaggio, infatti, divintà e umanità si fondono, i santi diventano parte della realtà umana e l’uomo si indentifica con essi. Una realtà che attraverso la pittura del Merisi si mostra ai nostri occhi cosi come essa è. Non più una realtà idealizzata, ma una realtà vera cosi come essa appare ai nostri occhi.

 

Marco Tedesco

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