“Influenze raffaellesche nell’iconografia della Madonna con Bambino nel Basso Lazio” di Marco Tedesco: Delegazione RAM Formia-Gaeta

Secoli interi di storia dell’arte ci hanno tramandato l’iconografia della Madonna con Bambino, la Imago Mariae et Puer. Tale iconografia si divide in quattro tipologie: la Madonna del Latte, detta Maria Lactans, iconografia che compare nella storia dell’arte a partire dal medioevo e si protrae fino al rinascimento; la Madonna con Bambino in Trono, iconografia che compare nella storia dell’arte a partire dal medioevo e si protrae fino alla metà del Quattrocento, ricomparendo a volte anche nel corso del XVI sec., la Madonna dell’Umiltà, strettamente collegata alla tipologia della Madonna del Latte,anche essa una tipologia iconografica che compare a partire dal medioevo fino a tutto il Quattrocento, il cui schema iconografico lo verrà citato spesso anche durante tutto il Cinquecento e ultima in ordine cronologico la Madonna con Bambino in Gloria ritroviamo nel Cinquecento a partire dalla pittura di Raffaello.

Giotto, Maestà di Ognissanti, tempera e oro su tavola, 1310, Firenze, Galleria degli Uffizi

Giotto, Maestà di Ognissanti, tempera e oro su tavola, 1310, Firenze, Galleria degli Uffizi

 

Maestro delle tempere francescane, Madonna dell’Umiltà con San Domenico e un oratore, tempera su tavola, 1350, Napoli, Museo di Capodimonte (dalla chiesa di San Domenico Maggiore)

Maestro delle tempere francescane, Madonna dell’Umiltà con San Domenico e un oratore, tempera su tavola, 1350, Napoli, Museo di Capodimonte (dalla chiesa di San Domenico Maggiore)

 

Scuola antoniazzesca, Madonna col Bambino tra i Ss. Lorenzo e Sebastiano, tempera e oro su tavola, XV sec. Formia, chiesa dei Ss. Lorenzo e Giovanni Battista

Scuola antoniazzesca, Madonna col Bambino tra i Ss. Lorenzo e Sebastiano, tempera e oro su tavola, XV sec. Formia, chiesa dei Ss. Lorenzo e Giovanni Battista

 

Girolamo Stabile, Polittico di San Rocco; al centro: Madonna con Bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco; nella predella: Sant’Erasmo, Compianto su Cristo Morto, San Probo; nella cimasa: Annunciazione, olio su tavola, XVI sec., Formia, Chiesa di San Rocco (oggi rubato)

Girolamo Stabile, Polittico di San Rocco; al centro: Madonna con Bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco; nella predella: Sant’Erasmo, Compianto su Cristo Morto, San Probo; nella cimasa: Annunciazione, olio su tavola, XVI sec., Formia, Chiesa di San Rocco (oggi rubato)

 

Raffaello, Madonna di Foligno (Madonna con Bambino e i Ss. Giovanni Battista, Francesco, Girolamo e il donatore Sigismondo de’ Conti), olio su tela trasportato su tavola, 1512, Roma, Pinacoteca Vaticana

Raffaello, Madonna di Foligno (Madonna con Bambino e i Ss. Giovanni Battista, Francesco, Girolamo e il donatore Sigismondo de’ Conti), olio su tela trasportato su tavola, 1512, Roma, Pinacoteca Vaticana

 

Per tutto il Cinquecento, gran parte del linguaggio pittorico italiano viene delineato da Raffaello, della cui pittura i fondamenti entreranno a far parte del linguaggio artistico del meridione attraverso l’opera di artisti come Andrea da Salerno, Gianfilippo Criscuolo, venendo assorbito da maestri come Geronimo Stabile, originario dell’isola di Ponza e Marco Mazzaroppi da San Germano, l’odierna Cassino, importante cittadina in provincia di Frosinone, nel cui territorio, su un’altura chiamata Montecassino, sorge l’omonimo importante monastero benedettino. Tali elementi iconografici sono rappresentati dalla scomparsa del trono su cui la Madonna siede tenendo in braccio il Bambino e ai cui lati vi si trovano figure di santi che invitano il pellegrino a raccogliersi in preghiera e a contemplare il mistero di Dio. Nella Madonna di Foligno di Raffaello il trono è sostituito da una nuvola sulla quale la Madonna appare seduta con in braccio il Bambino, dietro la quale, come un immaginario schienale appare un sole mistico. Tale nuvola, si combina con altre andando a creare delle raffigurazioni di cherubini all’interno di esse, mentre un Cherubino e i Santi Francesco d’Assisi e Girolamo che accompagna nella preghiera il donatore Sigismondo de’ Conti contemplano la vergine in preghiera e San Giovanni Battista la indica invitando con lo sguardo l’osservatore alla preghiera e alla contemplazione del mistero di Dio. Il tutto incorniciato da un puro e limpido paesaggio incontaminato, realizzato con tonalità di colore chiaro che evidenzia ogni minimo particolare di esso, ad esempio la vegetazione la veduta del paesaggio in lontananza. Quasi come se la Madonna, il Bambino, il Cherubino, i Santi e il donatore invitassero l’osservatore a contemplare la bellezza del Creato.

Alla morte di Raffaello, il linguaggio pittorico italiano continuò a lungo ad ispirarsi al suo modo di vedere e dipingere. Vasari, scrisse a tal proposito :”Ben poteva la pittura, quando questo nobile artefice morì, morire anche ella che quando egli gli occhi chiuse, ella quasi cicca rimase. Ora a noi che dopo lui siamo rimasti, resta imitare il buono, anzi ottimo modo, da lui lasciatoci in esempio e come merita la virtù sua e l’obbligo nostro, tenerne nell’animo graziosissimo ricordo e farne con la lingua sempre onoratissima memoria” (Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, Roma, Newton Compton, 2009).

Le innovazioni apportate da Raffaello in pittura nell’iconografia della Madonna con Bambino che abbiamo visto nel dipinto ad olio su tela trasportato su tavola, datato 1512 la “Madonna di Foligno” oggi conservato nella Pinacoteca vaticana a Roma, si possono trovare nelle due tavole qui prese in esame, la cui datazione risale al XVI sec., eseguite da Geronimo Stabile, originario dell’isola di Ponza e dal cassinate Marco Mazzaroppi da San Germano (attuale Cassino). Si tratta dellaMadonna di Ponza (Madonna con Bambino tra angeli, oranti e incappucciati), realizzata da Geronimo Stabile per la chiesa di Santa Maria di Ponza, oggi conservata a Formia, importante cittadina della provincia di Latina, nella chiesa dei Santi Lorenzo e Giovanni Battista e la Madonna dei Martiri (Madonna con Bambino in Gloria tra i Ss. Pietro e Paolo), attribuita a Marco Mazzaroppi da San Germano, l’odierna Cassino, importante cittadina in provincia di Frosinone che diede i natali all’artista nel 1550.

Nella tavola di Geronimo Stabile, pittore di scuola meridionale, probabile discendente del pittore lucano Antonio Stabile, il quale era molto attivo in quegli anni in Basilicata, le innovazioni apportate da Raffaello assumono un carattere prettamente legato all’iconografia popolare della Madonna con Bambino. Come in Raffaello, la Vergine appare al centro di una nuvola, all’interno di un sole mistico. Sulla nuvola e all’interno di essa vi sono dei Cherubini, alcuni dei quali realizzati attraverso una tecnica detta “non finito”, ossia una tecnica pittorica attraverso cui il pittore realizza figure provocando nell’osservatore l’impressione di vederle in lontananza, dando così profondità al dipinto. Si può quindi dedurre che nel dipinto di Geronimo Stabile le innovazioni apportate da Raffaello in pittura nell’iconografia della Madonna con Bambino si fondono con una anticipazione del linguaggio pittorico di Luca Giordano, il quale grazie al “non finito” si era guadagnato il soprannome Luca Fa Presto. Appaiono nella tavola quattro figure angeliche: due incoronano la Vergine e due invece sono a mezz’aria in preghiera. Sotto di essi, abbiamo delle figure oranti e incappucciati e al centro in corrispondenza della nuvola all’interno della quale è raffigurata la Vergine abbiamo un teschio tra due tibie incrociate, simbolo delle anime dei morti per le quali le figure oranti e gli incappucciati rivolgono le loro preghiere alla Vergine. Tali figure, sono presentate nel dipinto di Stabile in proporzioni ridotte rispetto alla figura della Vergine; tale aspetto simboleggia una rappresentazione in pittura della grandezza e della supremazia della Chiesa sul resto del mondo.

 

Geronimo Stabile, Madonna di Ponza (Madonna con Bambino tra angeli, oranti e incappucciati), tempera su tavola, XVI sec., Formia, chiesa dei Ss. Lorenzo e Giovanni Battista (prov. da Ponza, chiesa di Santa Maria)

Geronimo Stabile, Madonna di Ponza (Madonna con Bambino tra angeli, oranti e incappucciati), tempera su tavola, XVI sec., Formia, chiesa dei Ss. Lorenzo e Giovanni Battista (prov. da Ponza, chiesa di Santa Maria)

 

Antonio Stabile, Immacolata tra i SS. Francesco e Chiara; nella predella: Apostoli; nella cimasa: Annunciazione, olio su tela, XVI sec., Salandra (Matera), chiesa del convento di Sant’Antonio

Antonio Stabile, Immacolata tra i SS. Francesco e Chiara; nella predella: Apostoli; nella cimasa: Annunciazione, olio su tela, XVI sec., Salandra (Matera), chiesa del convento di Sant’Antonio

 

Luca Giordano, Crocifissione di Gesù, olio su tela, sec. XVII, Gaeta, Santuario della Santissima Annunziata

Luca Giordano, Crocifissione di Gesù, olio su tela, sec. XVII, Gaeta, Santuario della Santissima Annunziata

 

Luca Giordano, Crocifissione di Gesù, part. del “non finito” degli Angeli

Luca Giordano, Crocifissione di Gesù, part. del “non finito” degli Angeli

 

L’altra importante tappa di questo viaggio nelle influenze raffaellesche nell’iconografia della Madonna con Bambino nel Basso Lazio è la pala d’altare della chiesa di Santa Maria ad Martyres sita a Maranola, frazione collinare di Formia, attribuita a Marco Mazzaroppi da San Germano, databile al XVI/XVII sec.

 

Marco Mazzaroppi da San Germano (attr.), Pala d’altare di Santa Maria ad Martyres: registro centrale: Madonna con Bambino in Gloria tra i Ss. Pietro e Paolo; nella cimasa: Annunciazione ai lati e al centro Assunzione della Vergine, olio su tavola, XVI/XVII sec., Maranola (fraz. di Formia), chiesa di Santa Maria ad Martyres

Marco Mazzaroppi da San Germano (attr.), Pala d’altare di Santa Maria ad Martyres: registro centrale: Madonna con Bambino in Gloria tra i Ss. Pietro e Paolo; nella cimasa: Annunciazione ai lati e al centro Assunzione della Vergine, olio su tavola, XVI/XVII sec., Maranola (fraz. di Formia), chiesa di Santa Maria ad Martyres

 

Tale datazione, è dovuta al fatto che le fonti inquadrano l’attività di Marco Mazzaroppi tra il 1590 (anno in cui fiorì come pittore) e il 1620, anno della morte dell’artista, come riportato dal De Dominici (Bernardo De Dominici, Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani, Tomo Secondo, Napoli, Tipografia Trani, 1843, p. 260).

La pala d’altare presenta anch’essa una influenza raffaellesca. La Madonna infatti appare seduta anche in questo caso su una nuvola, circondata da Cherubini, alcuni dei quali anch’essi realizzati attraverso la tecnica del “non finito”, elemento iconografico nella Madonna di Ponza di Geronimo Stabile della chiesa formiana dei Santi Lorenzo e Giovanni, il quale come detto in precedenza anticipa la pittura di Luca Giordano. Anche stavolta appare un sole mistico alle spalle della vergine, altro elemento raffaellesco che ritroviamo, oltre che nella tavola di Geronimo Stabile analizzata precedentemente anche nella Madonna di Foligno di Raffaello, prima tappa di questo nostro viaggio.

Ai lati della Vergine, i Santi Martiri Pietro e Paolo, riconoscibili dai loro attributi iconografici tipici: le chiavi del Paradiso per San Pietro e la spada del martirio per San Paolo. Essi hanno lo sguardo rivolto verso l’osservatore assolvendo alla funzione di invitare l’osservatore a raccogliersi in preghiera dinanzi al mistero di Dio, come avviene anche nella raffaellesca Madonna di Foligno che abbiamo analizzato in partenza.

Nella cimasa della pala d’altare, abbiamo al centro l’Assunzione della Vergine, che riprende l’elemento iconografico della nuvola e del sole mistico alle spalle della Madonna, mentre ai lati abbiamo l’Annunciazione, raffigurata secondo il tipico schema iconografico che vede protagonisti l’Angelo e la Vergine secondo un “copione” fisso: l’Angelo che appare alla Vergine e le dice che sarà la Madre di Dio porgendole un giglio, simbolo di purezza. La Vergine, alle parole dell’Angelo incrocia le mani sul petto mentre riceve lo Spirito Santo, simboleggiato dalla colomba, rappresentando graficamente la terza formula del saluto che l’Angelo le rivolge: Dominus Tecum, il Signore è con Te. Tale elemento iconografico, venne introdotto per la prima volta nella storia dell’arte da Antonello da Messina, nella sua Annunciata del 1473, oggi al Bayerische Staatsgemäldesammlungen di Monaco.

 

Marco Mazzaroppi da San Germano (attr.), Pala d’altare di Santa Maria ad Martyres, part. Cimasa

Marco Mazzaroppi da San Germano (attr.), Pala d’altare di Santa Maria ad Martyres, part. Cimasa

 

Antonello da Messina, Vergine annunciata, 1473, olio su tavola, Monaco, Bayerische Staatsgemäldesammlungen.

Antonello da Messina, Vergine Annunciata, 1473, olio su tavola, Monaco, Bayerische Staatsgemäldesammlungen

 

La ragione che ha portato all’attribuzione della pala d’altare della chiesa maranolese di Santa Maria ad Martyres a Marco Mazzaroppi da San Germano è la somiglianza tra la Vergine della pala maranolese e la Vergine del dipinto dell’artista oggi conservato a Montecassino, la Madonna con Bambino tra i Santi Benedetto e Scolastica, in cui anche in questo caso la Madonna viene incoronata dagli Angeli, compare seduta su una nuvola con dietro un sole mistico. Nel dipinto di Montecassino, l’invito a contemplare il mistero di Dio da parte dei santi Benedetto e Scolastica, viene “formulato” nei confronti dell’osservatore nei pressi del monastero stesso, raffigurato sullo sfondo.

 

Marco Mazzaroppi da San Germano, Madonna con bambino tra i Santi Benedetto e Scolastica, olio su tavola, XVI sec., Montecassino, chiesa della omonima abbazia

Marco Mazzaroppi da San Germano, Madonna con bambino tra i Santi Benedetto e Scolastica, olio su tavola, XVI sec., Montecassino, chiesa della omonima abbazia

 

Conclusione

Il viaggio che si è voluto qui intraprendere, ancora una volta ci porta alla scoperta del Basso Lazio, alla scoperta di territori vecchi e nuovi che, attraverso l’arte di Geronimo Stabile e di Marco Mazzaroppi da San Germano, hanno visto entrare a far parte dei loro territori elementi iconografici apportati dai grandi maestri della pittura italiana, grazie ai quali la maniera di rappresentare la Imago Mariae et Puer ha subito una importante rivoluzione iconografica e pittorica.

 

Marco Tedesco (Delegazione Formia-Gaeta)

 

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