“L’ “Angelo” di Giotto nella chiesa di San Pietro Ispano a Boville Ernica” di Marco Tedesco, storico dell’arte

La Ciociaria, storica regione del basso Lazio con cui oggi viene identificata l’intera provincia di Frosinone, è una terra ricca di cultura, di tradizioni, ma soprattutto una terra ricca di tesori artistici.

Tra i tanti tesori che questa terra offre agli occhi di chi la osserva, spicca una figura angelica in mosaico eseguita da Giotto di Bondone oggi conservata a Boville Ernica, piccolo paesino in provincia di Frosinone, databile, stando a notizie riportate da Alessandro Tomei, tra il 1310 e il 1320, mentre altri studiosi propongono come datazione gli anni tra il 1305 e il 1313.

 

Giotto, Figura Angelica, dal Mosaico della Navicella degli Apostoli, 1305/1320, Boville Ernica, chiesa di San Pietro Ispano, cappella Simoncelli, già Città del Vaticano, basilica di San Pietro

Giotto, Angelo, da La navicella degli Apostoli, 1310/1320, Boville Ernica, chiesa di San Pietro Ispano, cappella Simoncelli, già Città del Vaticano, basilica di San Pietro

La storia di questo importantissimo capolavoro giottesco, è tra le più affascinanti che la storia dell’arte italiana abbia mai raccontato. L’ “Angelo” di Boville Ernica era una parte dell’intero mosaico della Navicella, commissionato a Giotto dal cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi, esponente di spicco insieme al papa Bonifacio VIII della nobile e potente famiglia Caetani, per la decorazione dell’atrio dell’antica basilica costantiniana di San Pietro in Vaticano, per il cui altare maggiore, Giotto aveva realizzato, sempre su commissione di Jacopo Stefaneschi, il polittico dell’altare maggiore della basilica vaticana, definito in onore del committente “Polittico Stefaneschi”.

Giotto, Polittico Stefaneschi, tempera e oro su tavola, 1320, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana

Giotto, Polittico Stefaneschi, recto, tempera e oro su tavola, 1320, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana

 

Giotto, Polittico Stefaneschi, verso, tempera e oro su tavola, 1320, Città del Vaticano, pinacoteca Vaticana

Giotto, Polittico Stefaneschi, verso, tempera e oro su tavola, 1320, Città del Vaticano, pinacoteca Vaticana

 

Jacopo Caetani degli Stefaneschi, committente delle opere vaticane eseguite da Giotto

Jacopo Caetani degli Stefaneschi, committente delle opere vaticane eseguite da Giotto.

 

Per quanto riguarda il mosaico della Navicella, da cui proviene la figura angelica ora conservata a Boville Ernica, Alessandro Tomei ipotizza che esso possa essere stato eseguito in un secondo soggiorno romano del maestro che, secondo alcuni documenti, potrebbe essere collocato tra il 1311 e il 1312 (Alessandro Tomei, Giotto, la pittura, 1996, Firenze, Giunti, pp. 30 – 31). Tali documenti si riferiscono al necrologio Stefaneschi del 1343, dove si evince che che per quest’opera a Giotto vennero versati duemiladuecento fiorini. L’altro documento preso in esame dal Tomei, risale al dicembre del 1313 e riguarda una richiesta di masserizie che Giotto stesso avanzo a una tale Filippa di Rieti (o de’ Riitis) riferita proprio agli anni tra il 1311 e il 1312.

Il mosaico era così composto: nella parte centrale vi era la scena della Navicella degli Apostoli sospinta dalla tempesta, con a destra Cristo che salva Pietro, la quale è riprodotta in molti disegni tra cui quello attribuito a Parri Spinelli conservato al Metropolitan Art Museum di New York, mentre ai lati di tale scena (divenuta per dirla con le parole di Tomei niente più che una replica seicentesca) oggi logorata e collocata nel portico di San Pietro di fronte alla porta centrale della Basilica ove fu posta sotto papa Clemente X nel 1674, vi erano i due clipei con le figure angeliche a mezzobusto: l’Angelo di Boville e l’Angelo oggi conservato nelle grotte vaticane.

Giotto, Figura Angelica, dal Mosaico della Navicella degli Apostoli, 1305/1320, Boville Ernica, chiesa di San Pietro Ispano, cappella Simoncelli, già Città del Vaticano, basilica di San Pietro

Giotto, Angelo, dal Mosaico della Navicella degli Apostoli, 1310/1320, Boville Ernica, chiesa di San Pietro Ispano, cappella Simoncelli, già Città del Vaticano, basilica di San Pietro

 

Parri Spinelli, Disegno della navicella di Giotto, dall'originale del mosaico della Navicella, 1387-1473, New York, Metropolitan Art Museum

Parri Spinelli, Disegno della navicella di Giotto, dall’originale del mosaico della Navicella, 1387/1473, New York, Metropolitan Art Museum

 

Giotto, Angelo, 1305-1320, Città del Vaticano, Grotte Vaticane

Giotto, Angelo, 1310/1320, Città del Vaticano, Grotte Vaticane, già basilica di San Pietro

 

Nel 1610, la basilica di San Pietro in Vaticano subì dei lavori di ricostruzione. Ad opera di papa Paolo V, venne demolita la basilica costantiniana e molti reperti della vecchia basilica di San Pietro vennero donati dal pontefice ai suoi più stretti collaboratori. Mons. Simoncelli, originario di Boville Ernica, cameriere segreto del papa, ricevette in dono uno dei clipei che componevano il mosaico della Navicella, l’Angelo giottesco che ancora oggi campeggia nella cappella Simoncelli nella chiesa bovillense di San Pietro Ispano, ove fu collocato nel 1612.

Tra i due angeli superstiti del mosaico della Navicella, quello di Boville risulta ancora oggi in condizioni di leggibilità migliori, ed è interessante in quanto rispecchia quello che sarà lo stile giottesco a partire dai primi anni del XIV sec. Non ha uno sguardo fisso verso l’osservatore, come l’Angelo delle grotte vaticane, ma guarda verso la destra dell’osservatore, come per osservare impietosito, leggendolo nella sua collocazione originale, la navicella degli Apostoli nell’atto di attraversare il lago di Tiberiade in tempesta e il salvataggio di Pietro da parte di Cristo. L’impianto e la monumentalità della figura sono ticipi dell’arte giottesca che qui si affianca alla tecnica del mosaico in uso nelle botteghe romane già dal tardo Duecento, attraverso l’opera del maestro Pietro Cavallini, autore del mosaico raffigurante l’Annunciazione conservato a roma in Santa Maria in Trastevere, datato al 1291, il quale sicuramente fornì ispirazione a Giotto per lo studio dell’espressione del volto dell’Angelo di Boville Ernica.

Pietro Cavallini, Annunciazione, mosaico, 1291, Roma, chiesa di Santa Maria in Trastevere

Pietro Cavallini, Annunciazione, mosaico, 1291, Roma, basilica di Santa Maria in Trastevere

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Questo straordinario frammento di mosaico conservato nella chiesa di San Pietro Ispano a Boville Ernica in provincia di Frosinone, ci racconta una straordinaria pagina della storia dell’arte italiana legata al nome di Giotto di Bondone, contribuendo, accostandosi all’opera di diffusione della cultura figurativa giottesca che nel basso Lazio avvenne già nel corso del XIV sec. e alla conoscenza dello stile figurativo del genio dell’arte pittorica italiana dei secoli XIII e XIV.

 

Marco Tedesco

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