La “Madonna della Purità” di Mattia Preti a Taverna

di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno

 

Taverna è una piccola comunità calabrese in provincia di Catanzaro ai piedi della Sila piccola. Il 25 febbraio del 1613, Taverna diede i natali ad un Bambino il quale crescendo diventerà uno dei più grandi pittori italiani del ‘Seicento. Stiamo parlando di Mattia Preti, un grandissimo artista grazie al quale Taverna assumerà lo stesso ruolo a livello di importanza che la frazione di Anchiano nel comune di Vinci aveva assunto grazie al suo illustre concittadino Leonardo.

Proprio a Taverna, città in cui Mattia Preti venne affidato dal padre per il suo percorso istruttivo all’allora parroco della locale chiesa di Santa Barbara don Marcello Anania il quale seguì il percorso istruttivo del pittore secondo Bernardo De Dominici, esiste un importante corpus di opere, inviate da Mattia Preti alle chiese di Taverna. Opere che secondo gli studiosi non sarebbero state eseguite sul posto ma che sarebbero state inviate da Mattia Preti stesso per le chiese di Taverna. L’opera di cui ci occuperemo in questa prima tappa di questo viaggio tra le opere pretiane a Taverna è la Madonna della Purità, conosciuta anche come Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro, commissionata a Mattia Preti da Giovan Angelo e Lucrezia Poerio per la chiesa di San Nicola a Taverna, ed ora accentrata nella chiesa di San Domenico, vero e proprio tempio della pittura pretiana a Taverna.

Mattia Preti, Madonna della Purità (Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro), 1644, Taverna (catanzaro), chiesa di San Domenico

Mattia Preti, Madonna della Purità (Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro), 1644, Taverna (Catanzaro), chiesa di San Domenico

 

L’opera venne commissionata a Mattia Preti e posta nella sua collocazione originale, la chiesa di San Nicola, intorno al 1644 dai coniugi Poerio, come voto per la guarigione del figlio Gennaro. Questo dato sulla commissione è riportato anche nell’iscrizione posta al di sotto della figura di San Nicola che recita IOHANNES ANGELVS POHERIVS ET LVCRETIA TEVTONICA VXOR PRO RECEPTA SALVATE IANVARI FILII. Poco prima di quell’anno, Mattia Preti aveva compiuto un viaggio a Cento e a Bologna, dove aveva potuto ammirare le opere del Guercino, tra cui l’Assunta con i Ss. Pietro e Girolamo del 1626 oggi nella cattedrale di Reggio Emilia, da cui potrebbe aver tratto ispirazione nella composizione dell’opera.

Guercino, Vergine Assunta con i Ss. Pietro e Girolamo, 1626, Reggio Emilia, cattedrale

Guercino, Vergine Assunta con i Ss. Pietro e Girolamo, 1626, Reggio Emilia, cattedrale

 

Mattia Preti, Madonna della Purità (Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro), 1644, Taverna (catanzaro), chiesa di San Domenico

Mattia Preti, Madonna della Purità (Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro), 1644, Taverna (catanzaro), chiesa di San Domenico

 

Come avviene nel dipinto del Guercino qui citato, anche nel dipinto di Mattia Preti qui preso in esame i personaggi sono raffigurati in una prospettiva che tende ad indirizzare il corpo in diagonale verso la destra dell’osservatore, facendo risaltare all’occhio gli attributi tipici dei due santi raffigurati ossia l’ampolla con il sangue per San Gennaro, simbolo del suo martirio e le sfere dorate per San Nicola, simbolo legato ad un episodio della vita di San Nicola secondo cui egli avrebbe salvato tre fanciulle appartenenti ad una famiglia caduta in disgrazia, dall’avvio alla prostituzione donando loro, facendoli recapitare attraverso una finestra aperta, tre sacchi contenenti cospicue somme di denaro.  In alto, su un trono fatto di nuvole con uno schienale fatto di luce, appare la Vergine con il Bambino accanto nella tipica posa iconografica della Madonna delle Grazie, in cui la Vergine e il Bambino fanno uscire dal seno della Vergine delle gocce di latte, simbolo di purezza, da cui il titolo Madonna della Purità. Il Bambino regge nella mano sinistra la croce, simbolo della passione di Cristo e questo aspetto anticipa un tema proposto da Mattia Preti nel 1690 nell’opera Redentore infante con angeli recanti i simboli della Passione, ritenuto uno degli ultimi invii di Mattia Preti da Malta, isola in cui il pittore rimase fino alla morte avvenuta a La Valletta nel 1699.

Mattia Preti, Madonna della Purità (Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro), part.

Mattia Preti, Madonna della Purità (Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro), part.

 

Mattia Preti, Redentore infante e angeli con i simboli della Passione, 1690, Taverna, chiesa di San Domenico

Mattia Preti, Redentore infante e angeli con i simboli della Passione, 1690, Taverna, chiesa di San Domenico

 

Tornando al dipinto qui preso in esame, l’intera composizione lascia intravedere una balconata oltre la quale si apre alla vista un paesaggio montano. Prevale qui ancora una impostazione classica dettata da leggi ferree legate alla controriforma cattolica  che prediligeva i modi del manierismo. Nonostante tutto però, compare già qui quella che sarà la tendenza di Mattia Preti a dipingere abbracciando in parte la rivoluzione apportata da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio basata sulla realtà delle cose. Lo si nota in particolar modo nelle figure di San Nicola e di San Gennaro, umane e allo stesso tempo mistiche che invitano l’osservatore a rivolgere preghiere alla Vergine e ad affidarsi totalmente a Lei .

Con la Madonna della Purità di Mattia Preti,  conosciuta anche come Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Gennaro, la storia dell’arte dell’Italia meridionale e calabrese in particolare inizia a far conoscere una parte della storia artistica di Mattia Preti, conosciuto maggiormente per le grandi commissioni da lui ricevute a Roma, dove egli cominciò ad operare grazie al fratello Gregorio, a Napoli e a Malta, luoghi in cui il maestro ricevette importanti commissioni e dove ebbe modo di ammirare anche le opere del Caravaggio. Una storia quella che stiamo scoprendo, che narra oltre che della nascita di uno straordinario capolavoro artistico anche di un legame speciale tra la terra natia e uno dei suoi figli che, nonostante abbia avuto la fortuna di avere successo, non l’ha mai dimenticata onorandola attraverso l’invio di sue opere per la decorazione delle sue chiese.

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