L’Annunciazione di Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa nella chiesa di San Michele a Potenza

di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno

Siamo in Basilicata, nei primi decenni del ‘Seicento. In quegli anni, nella storia dell’arte lucana si andava affermando sempre di più un pittore che risponde al nome di Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, dal nome della località in cui il pittore nacque nel 1579, ossia l’odierna Satriano di Lucania. Si tratta dell’unico tra tutti gli artisti lucani del ‘Seicento noto agli storiografi del secolo successivo  tra cui Bernardo De Dominici, il quale erroneamente lo riporta ben due volte dapprima con il nome di Pietro Afesa collocandolo alla metà del XVII secolo e poi con il nome di Giovanni De Gregorio. Si è poi compreso nel corso degli studi su questo artista, che in realtà il nome Pietro Afesa era di totale fantasia, sottolineando grazie all’analisi delle opere di questo artista, che a trarre in inganno il De Dominici era la firma dell’artista che si firmava “PETRAFISIANVS”, ossia Petrafesano, in onore della località di nascita di Giovanni De Gregorio, Pietrafesa, attuale Satriano di Lucania, in provincia di Potenza.

E’ nel capoluogo potentino che Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, lascia traccia di se in alcune chiese della città come ad esempio la Pietà in San Francesco del 1608, opera firmata dall’artista in cui si nota un’alta qualità della sua produzione pittorica a seguito del suo apprendistato al cospetto di Fabrizio Santafede a Napoli. Apprendistato documentato in un documento del 1595 raccolto da Silvano Saccone nel testo Petrafisianvs pingebat pubblicato a Napoli nel 1993 da Fausto Fiorentino editore, in cui oltre alla notizia della data di nascita del Pietrafesa ossia 1579, si menziona un accordo tra Fabrizio Santafede e Gregorio de Gregorio, padre dell’artista, che prevedeva un apprendistato di Giovanni De Gregorio presso il napoletano Fabrizio Santafede della durata di anni sei.

Giovanni De Gregorio detto il Petrafesa, Pieta,1608, Potenza, chiesa di San Francesco

Giovanni De Gregorio detto il Petrafesa, Pietà,1608, Potenza, chiesa di San Francesco

L’opera di cui ci occuperemo in questa sede è l’Annunciazione del 1612, che Giovanni De Gregorio eseguì per la chiesa di San Michele a Potenza, in cui il Petrafesa ambienta l’episodio dell’Annunciazione all’interno di una stanza in cui tutto sta avvenendo nel momento in cui osserviamo la scena: l’Angelo Gabriele dalle ali variopinte il quale reca in mano un giglio simbolo della purezza di Cristo ed ha appena annunciato alla Vergine che ella sarà la Madre di Dio. La Vergine, gli si rivolge distendendo il braccio sinistro e piegando il braccio destro in direzione dell’Angelo chiedendosi come sia possibile tutto questo. In risposta a questa domanda l’Angelo le indica la colomba dello Spirito Santo, mandata da Dio il quale si affaccia dalla finestra della stanza, la quale si poserà sulla Vergine.

L’elemento dell’Angelo dalle ali variopinte, comparirà in un altro dipinto del Pietrafesa, eseguito nel 1620 per la chiesa madre di Abriola, in provincia di Potenza, raffigurante La Vergine che consegna la stola a Sant’Ildefonso. Tale elemento lo si riscontra nell’angelo che appare alle spalle del santo e gli indica la Vergine che gli compare davanti.

Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, Annunciazione, 1612, Potenza, chiesa di San Michele

Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, Annunciazione, 1612, Potenza, chiesa di San Michele

Giovanni de Gregorio detto il Pietrafesa, La Vergine consegna la pianeta a Sant'Ildefonso, XVII sec., Abriola, chiesa madre

Giovanni de Gregorio detto il Pietrafesa, La Vergine consegna la stola a Sant’Ildefonso, 1620, Abriola, chiesa madre

confronto angeli pietrafesa

Tornando all’Annunciazione della chiesa potentina di San Michele, compaiono due personaggi in più rispetto ai classici previsti dallo schema iconografico dell’Annunciazione e cioè l’Angelo, la Vergine e Dio. Si tratta del committente, che compare in preghiera al di sotto dell’Angelo Gabriele nell’angolo a destra e di un Gesù Bambino ancora incorporeo che segue la colomba dello Spirito Santo e va ad incarnarsi nel seno della Vergine Maria recando una croce, simbolo del sacrificio di Cristo sul Golgota, anch’essa incorporea.

Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, Annunciazione, part del committente

Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, Annunciazione, part. del committente

 

Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, Annunciazione, part del Gesu Bambino incorporeo

Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, Annunciazione, part del Gesù Bambino incorporeo

 

 

 

 

 

 

 

 

La presenza di questo Gesù Bambino incorporeo la si spiega immaginando che Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, avrebbe potuto avere in mente alcune frasi del prologo del Vangelo di Giovanni che recitano testualmente “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio . . . . . . . . . e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Vangelo di Giovanni, Prologo, vers. 1-14).

Colpisce in tale composizione il richiamo all’attenzione della realtà che si nota nella muscolatura dell’Angelo e delle altre figure, le quali vengono rese solenni grazie alla luce che invade la scena dall’alto e, attraverso giochi di luce ed ombre modella le figure rendendole realistiche e solenni allo stesso tempo.

Con l’Annunciazione del pietrafesano Giovanni De Gregorio, la storia della pittura barocca dell’Italia meridionale ci regala una pagina affascinante della storia dell’arte italiana, ricordandoci che, quando meno lo si aspetta, l’arte ci sorprende ponendo davanti ai nostri occhi meravigliosi colpi di scena.

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