Patrimoni da riscoprire – “LA PINACOTECA DI SALERNO” di Rosa Spinillo
Pasquale Avallone, Segrete speranze, olio su tela ,103×75 cm firmato e datato 1903. Intero e particolari.
Artisti salernitani e costaioli tra Ottocento e Novecento
Nel 1927, ci fu una mostra importante presso le scuole Barra di Salerno, in occasione dell’ottavo centenario dell’Unione Politica della Sicilia alla Terraferma e della Fondazione del Regno nell’Italia Meridionale.
La mostra organizzata dal circolo artistico “Gaetano Esposito”, accolse ben 420 opere di cui ben 170 furono vendute. La Commissione Reale della Provincia di Salerno acquistò 22 opere, fra cui dipinti di Luca Albino, Luigi Paolillo, Antonio Ferrigno, Pasquale Avallone, Guglielmo Beraglia.
Successivamente furono acquisite altre 15 opere, fra cui dipinti di Gaetano Esposito, Manfredi Nicoletti, Raffaele Tafuri. Sono da ricordare le altre occasioni d’acquisto, come la seconda Mostra Salernitana d’Arte del 1933 (11 quadri) e la Mostra della Tavoletta nell’aprile del 1934 ( 6 quadri).
Dagli atti dell’Archivio Storico dei Musei Provinciali, risulta che in data 23 giugno 1932, 77 opere numerate, vengono affidate ad Antonio Marzullo primo direttore del Museo Archeologico di Salerno e conservate nelle sale dell’Amministrazione Provinciale.
Dagli atti risulta che gran parte delle acquisizioni risultavano proprio dagli acquisti effettuati dal 1927 in poi, necessari ai fini del recupero del patrimonio pittorico della provincia.
Gli artisti di questa sezione sono undici, cinque salernitani ( Raffaele Tafuri, Gaetano Esposito, Pasquale Avallone, Guglielmo Beraglia, Clemente Tafuri) cinque della costa amalfitana ( Gaetano Capone, Antonio Ferrigno, Luigi Paolillo, Luca Albino, Manfredi Nicoletti). L’avellinese Guido Gambone, più noto come ceramista a Vietri sul Mare e a Firenze. Le tematiche di questi dipinti privilegiano soggetti paesistici della costa d’Amalfi e di Salerno. Ciò mette in risalto il gusto e la tendenza degli acquirenti, gli amministratori della provincia di Salerno che vollero privilegiare soggetti relativi al territorio governato.
Nella paesaggistica troviamo Ravello, di cui i pittori orientalisti avevano già subito il fascino, poi Cetara, Maiori, paese d’origine dei pittori costaioli, la costa di Salerno, ma anche Napoli , dove all’Accademia di Belle Arti, gran parte di questi artisti avevano studiato.
Notevoli le opere dell’amalfitano Pietro Scoppetta che ebbe successo a Parigi, come anche il salernitano Ulisse Caputo.
A partire dagli anni Ottanta del XIX secolo le immagini dei paesaggi trovano riscontro nelle cartoline illustrate, come l’acquarello di Paolillo con notturno della chiesa di San Martino a Ravello, per le edizioni Cicalese e Modiano di Milano.
Alla pittura di genere sono da relegare le opere di R. Tafuri con le “Spannocchiatrici”, l’interno domestico “La pappa” di G. Capone, mentre “Masaniello” di R. Tafuri ci propone l’immagine di un popolano soprannominato così per l’atteggiamento da capopopolo.
Opera rilevante è “Segrete speranze” dipinta da Pasquale Avallone a soli diciannove anni, un vero talento.
Vi è poi l’intera collezione di Gennaro Pinto donata generosamente, insieme al primo piano del suo palazzo, alla Provincia di Salerno. Un suo ritratto dipinto da Pasquale Avallone , fa mostra di sé.
Al ritratto del donatore si alternano dipinti di fine Ottocento dello stesso Palazzo Pinto.
Chiudono il percorso due opere del pittore e poeta Alfonso Gatto, un suo ritratto del 1945 realizzato da Ottone Rosai e un dipinto dello stesso poeta.