Il Polittico Sanseverino di Bartolomeo Vivarini a Morano Calabro

di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno

 

Nella sua immensa vastità, il grande libro della storia dell’arte dell’Italia meridionale svela a chi si accinge a sfogliarlo autentici capolavori di arte italiana sia a livello locale che di importazione.  Per capire meglio questo aspetto occorre raggiungere un piccolo paesino della provincia di Cosenza in Calabria, Morano Calabro, importantissimo centro situalo alle pendici del massiccio del Pollino nell’alta valle del fiume Coscile, l’antico fiume Sybaris di epoca magno greca.  Furono i Sanseverino di Bisignano ad aver contribuito allo sviluppo del suo splendore in particolar modo in epoca rinascimentale. Sotto questa famiglia, infatti, venne ampliato il castello di Morano Calabro nel 1515, venne costruito il Palazzo de lo Conte e ancor prima nel 1452 venne avviata la fondazione del monastero francescano di San Bernardino da Siena, per il quale commissionarono il polittico di Bartolomeo Vivarini qui preso in esame, oggi conservato nella collegiata di Santa Maria Maddalena a Morano Calabro.

Bartolomeo Vivarini, Polittico Sanseverino, 1477, Morano Calabro, collegiata di Santa Maria Maddalena

Bartolomeo Vivarini, Polittico Sanseverino, 1477, Morano Calabro, collegiata di Santa Maria Maddalena

 

Secondo le fonti locali, la committenza doveva essere congiunta. Esse infatti, ci dicono che l’opera vivariniana deve verosimilmente la sua pianificazione iconografica ai francescani di Morano; mentre, nell’ambito della stessa commissione, altro ruolo importante dovette spettare a Rutilio Zeno, vescovo umanista legato ai Sanseverino, dai quali ricevette anche l’incarico di consacrare la chiesa di San Bernardino nel 1485. Il prelato, in viaggio verso l’Ungheria nel1475, al seguito della corte aragonese, avrebbe potuto ammirare nelle regioni di passaggio (Veneto – Istria – Dalmazia) altri polittici vivariniani e quindi pensarne uno per Morano. Non è da escludere infine che gli stessi Osservanti di Morano, come del resto i Sanseverino, siano stati influenzati, in questa scelta artistica, dalla presenza in Puglia delle opere di Bartolomeo Vivarini e del fratello Antonio (1418 ca – 1476 – ’84) pervenuti nella Regione a partire dagli anni ’50 del Quattrocento, molti dei quali tuttora si conservano nelle chiese francescane pugliesi.

Bartolomeo Vivarini, Trittico di Andria (San Michele e Sant'Antonio da Padova, San Francesco d'Assisi, San Bernardino da Siena e San Pietro Apostolo),1483, Bari, pinacoteca metropolitana Corrado Giaquinto

Bartolomeo Vivarini, Trittico di Andria (San Michele e Sant’Antonio da Padova, San Francesco d’Assisi, San Bernardino da Siena e San Pietro Apostolo), 1483, Bari, pinacoteca metropolitana Corrado Giaquinto

 

Antonio Vivarini, Scomparti di Polittico (Cristo in Pietà, San Ludovico da Tolosa, San Francesco d'Assisi, San Giovanni Battista, Sant'Antonio da Padova),1467, Bari, pinacoteca metropolitana Corrado Giaquinto.

Antonio Vivarini, Scomparti di Polittico (Cristo in Pietà, San Ludovico da Tolosa, San Francesco d’Assisi, San Giovanni Battista, Sant’Antonio da Padova), 1467, Bari, pinacoteca metropolitana Corrado Giaquinto.

 

Il polittico Sanseverino qui preso in esame, riprende molto lo stile dei Vivarini riscontrato nelle opere pugliesi ad essi attribuite, pervenute in Puglia dalla metà degli anni 50 del ‘400. La composizione si sviluppa su due registri composti da due pannelli centrali raffiguranti il Cristo in Pietà con dietro le braccia della croce, elemento iconografico tipico quattrocentesco che riscontriamo, anche nel citato polittico conservato a Bari di Antonio Vivarini.

Antonio Vivarini, Scomparti di Polittico (Cristo in Pietà, San Ludovico da Tolosa, San Francesco d'Assisi, San Giovanni Battista, Sant'Antonio da Padova), part del Cristo in pietà

Antonio Vivarini, Scomparti di Polittico (Cristo in Pietà, San Ludovico da Tolosa, San Francesco d’Assisi, San Giovanni Battista, Sant’Antonio da Padova), part del Cristo in pietà

 

Antonio Vivarini, Scomparti di Polittico (Cristo in Pietà, San Ludovico da Tolosa, San Francesco d'Assisi, San Giovanni Battista, Sant'Antonio da Padova) part.

Bartolomeo Vivarini, Polittico Sanseverino, part.

 

Nel polittico di Morano Calabro, sempre nel registro superiore abbiamo ai lati del Cristo Sant’Antonio da Padova, riconoscibile dal Giglio e San Ludovico di Tolosa, riconoscibile dagli abiti vescovili sul saio francescano e dal pastorale. Tali elementi iconografici rimandano all’iconografia data da Simone Martini nel San Ludovico di Tolosa che incorona Roberto d’Angiò re di Napoli del museo napoletano di Capodimonte.

Simone Martini, San Ludovico di Tolosa che incorona Roberto d'Angio re di Napoli, 1317, tempera e oro su tavola, Napoli, museo di Capodimonte

Simone Martini, San Ludovico di Tolosa che incorona Roberto d’Angio re di Napoli, 1317, Napoli, museo di Capodimonte

 

Nel registro centrale del polittico Sanseverino, abbiamo nel pannello centrale una Madonna col Bambino e nei pannelli laterali San Francesco e San Bernardino da Siena, santo titolare del monastero francescano per cui fu commissionato il polittico. Nei due pilastri ai lati del pannello centrale abbiamo rispettivamente nel pilastrino destro San Gerolamo, Sant’Agostino e Santa Chiara d’Assisi, omaggio alla fondatrice dell’ordine delle Clarisse amica di San Francesco d’Assisi, mentre nel pilastrino destro compaiono San Giovanni Battista, San Nicola di Bari e Santa Caterina d’Alessandria ognuno con i propri attributi iconografici: la ruota per Santa Caterina d’Alessandria simbolo del suo martirio, le tre sfere d’oro per San Nicola in ricordo del salvataggio delle tre fanciulle di Mira, città natale di San Nicola, avviate alla prostituzione e la croce di canna per San Giovanni Battista. Una lunga predella alla base dell’opera presenta il Cristo benedicente tra gli apostoli, ognuno dei quali è posto all’interno di una cornice.

Bartolomeo Vivarini, Polittico Sanseverino, part

Bartolomeo Vivarini, Polittico Sanseverino, part

 

L’intera composizione ha uno sfondo d’orato sul quale va a scagliarsi in prospettiva l’architettura dei basamenti, realizzati in pittura attraverso la tecnica del trompe l’oeile,  su cui le figure campeggiano in posa statuaria. Questo aspetto è un elemento che unisce tradizione e innovazione. Di fatti lo sfondo d’orato è tipico dei polittici e delle pale d’altare di origine medioevale, come ad esempio il citato San Ludovico di Tolosa che incorona Roberto d’Angiò re di Napoli del 1317 del museo napoletano di Capodimonte, mentre la costruzione dell’architettura in pittura avviene con Andrea Mantegna, dalla cui arte Bartolomeo Vivarini venne influenzato, nella pala di San Zeno a Verona, opera del 1456-1459.

Andrea Mantegna, Pala di San Zeno, 1456-1459, Verona, chiesa di San Zeno

Andrea Mantegna, Pala di San Zeno, 1456-1459, Verona, chiesa di San Zeno

 

Con il Polittico Sanseverino di Morano Calabro, siamo davanti ad uno straordinario capolavoro artistico che ancora oggi racconta una pagina poco conosciuta della grande arte italiana. Una pagina fatta di nomi, di famiglie e di luoghi che contribuiscono a raccontare storie che ancora oggi continuano ad affascinare. Perchè la bellezza deve continuare ad affascinare

Potrebbero interessarti anche...

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: