Un caso di scultura tardobarocca meridionale nel basso Lazio: il “San Giovanni Battista” di scuola meridionale della chiesa di San Giovanni Battista a Spigno Saturnia
di Marco Tedesco, storico dell’arte RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno
Spigno Saturnia è un piccolo paese situato nel sud della provincia di Latina. Anch’esso nasconde al suo interno affascinanti pagine di storia locale che nascondono delle vere e proprie sorprese. Una di queste è la scultura conservata nella chiesa di San Giovanni Battista, raffigurante il santo omonimo. L’opera è databile al XVIII secolo, periodo in cui nella storia dell’arte italiana meridionale si registra una fiorente e notevole produzione di opere scultoree d’arte sacra. In quegli anni, Spigno Saturnia faceva parte della contea di Fondi e di Traetto, l’odierna Minturno. L’intera contea era governata dalla nobile famiglia napoletana dei Carafa principi di Stigliano e in tutto il regno di Napoli, il mondo artistico della scultura era capitanato dal grande scultore originario di Este, cittadina in provincia di Padova Giacomo Colombo e da alcuni suoi contemporanei come Giuseppe Picano, il quale era originario di Cassino ed a lui si deve la paternità del San Giovanni Battista conservato nella chiesa dei Ss. Lorenzo e Giovanni Battista di Formia, anch’esso datato al XVIII secolo. A Giacomo Colombo, venne commissionata per la chiesa di San Giovanni Battista di Casavatore, cittadina alle porte di Napoli, una statua del santo precursore di Cristo e proprio questa statua ha permesso di ricostruire, seppur attraverso ipotesi, la storia della statua di San Giovanni Battista conservata a Spigno Saturnia. Fonti documentarie sulla statua attualmente non ve ne sono ma l’ipotesi che si può formulare circa la committenza è che essa possa essere legata a qualche esponente della famiglia Carafa principi di Stigliano, per l’antica chiesa di San Giovanni Battista che in quegli anni si trovava nella parte vecchia del paese e che solo a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale venne ricostruita nell’area in cui oggi sorge il nuovo centro abitato di Spigno Saturnia.
A seguito di un’attenta osservazione dell’opera, non si è potuto fare a meno di notare che il dinamismo del movimento del corpo e il volto della statua del San Giovanni Battista di Spigno Saturnia, sono ispirati alla statua omonima di Casavatore eseguita da Giacomo Colombo, il quale ha apportato in scultura i principi della riforma apportata in pittura dal Caravaggio tra XVI se XVII secolo basata sulla raffigurazione della realtà cosi come essa si presentava agli occhi dell’artista ma dando allo stesso tempo alla figura un aspetto quasi solenne. Ciò lo si nota oltre che nel San Giovanni Battista di Spigno Saturnia, anche nel San Giovanni Battista di Giuseppe Picano a Formia
Il San Giovanni di Spigno Saturnia presenta un volto dalla bocca semi spalancata, cosi come avviene anche nei casi di Casavatore e di Formia ma diversamente da quanto avviene nel San Giovanni Battista di Giacomo Colombo a Casavatore, sia nel caso di Spigno Saturnia che nell’esempio di Formia, il dito indice del Santo è puntato verso l’alto e non verso la piccola croce che egli regge nella mano. Questo aspetto ha una importanza teologica fondamentale per delineare al meglio l’iconografia del Santo precursore di Cristo. Nel vangelo di Giovanni si legge infatti «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia» (Vangelo di Giovanni, 8 v. 11-13). Osservando il volto della statua del San Giovanni di Spigno si ha dunque veramente l’impressione di ascoltare queste parole. La bravura di questo anonimo maestro sta proprio nel fare in modo che chiunque si trovi al cospetto della statua di San Giovanni Battista abbia l’impressione di trovarsi nelle acque del Giordano ad ascoltare la voce del precursore di Cristo, quasi come in una ipotetica sacra rappresentazione. E’ questo un altro elemento che deriva dal modo di operare di Giacomo Colombo che si riscontra anche nel San Giovanni Battista di Giuseppe Picano a Formia. Giacomo Colombo a sua volta, ha tratto questo aspetto dalla rivoluzione pittorica apportata da Caravaggio in pittura, la quale ancora aveva riscontro in molti artisti meridionali dal XVII secolo in poi.
Nel San Giovanni Battista di Spigno Saturnia, l’attenzione alla realtà si riscontra anche nell’attenzione allo studio del corpo umano e ad ogni singolo aspetto di esso come ad esempio le unghie dei piedi scolpite in modo preciso, cosi come preciso è il panneggio delle vesti del santo caratterizzate dalla presenza di un manto rosso con sopra dei simboli floreali.
Attraverso questa prima lettura del San Giovanni Battista di Spigno Saturnia, si è voluto dunque accendere un faro su una inedita pagina della storia dell’arte e della scultura tardobarocca dell’Italia meridionale, dando ad essa la possibilità di continuare a scrivere straordinarie pagine di essa e allo stesso tempo permettendo a chiunque si addentri in esse di continuare a meravigliarsi di fronte alla continua opera di diffusione della bellezza che la storia dell’arte continua a mostrarci dalla notte dei tempi, ma alla quale spesso non ci si fa caso